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Signorini, Telèmaco.

Pittore italiano. Figlio di Giovanni, pittore della corte granducale, frequentò l'Accademia fiorentina, abbandonata nel 1855 quando si accostò al gruppo dei macchiaioli, riunito intorno al caffè Michelangelo, di cui divenne uno degli esponenti più significativi, nonché il maggior teorico del movimento, insieme a D. Martelli. Fu volontario con Garibaldi a La Spezia nel 1859, compì numerosi viaggi in Italia, visitò Parigi nel 1861, attirato in particolare dalle opere di J.-B.-C. Corot e G. Courbet, ritornandovi nel 1867 insieme a Martelli, col quale, nello stesso anno, fondò “Il Gazzettino delle Arti e del Disegno”. Attento ai fenomeni artistici internazionali, in seguito ai frequenti soggiorni parigini risentì dell'influsso degli artisti francesi, in particolare di E. Degas (La toilette del mattino, 1898), e si impegnò a riproporre nell'arte italiana lo stile e le tematiche dell'Impressionismo francese. I dipinti di S., in cui il pittore mostra una particolare sensibilità alle tematiche della luminosità e del contrasto, perseguono la poetica del vero, caratterizzandosi per la trascrizione del dato reale e l'emulazione di effetti propri della fotografia. Tra le opere principali citiamo: Sala delle agitate (1865), Novembre (1870), Leith (1881), Pioggia d'estate (1886), Carcerati (1896), Ragazzi colti nel sonno (1896). S. fu attivo anche come scrittore, con lo pseudonimo di Enrico Gasi Molteni (Firenze 1835-1901).